"Tutto agisce insieme"

Nicco Fasola scrive << Nulla di ciò che percepiamo agisce puramente per se
stesso, ma tutto agisce insieme, come risonanza dell'affine che è in noi>>.
Sintetizzando così  i risultati di molti studi  sul rapporto tra osservatore ed oggetto , fra artista ed opera.
Oggi più che mai il rapporto fra osservatore e oggetto è diventato un rapporto "reciproco" o meglio empatico.
Questo perchè l'edificio = opera , oggi ,  parla , comunica , interagisce, con chi l'osserva.
E  prima forse non era così?
Anche se su  livelli diversi c'è sempre stata una forma di comunicazione, ma quello che esprimeva l'edificio "pre-industriale" era un unico-chiaro messaggio la propria funzione.
Ciò era sufficiente a legittimare la propria esistenza. L' opera veniva pensata e realizzata per assolvere un unico compito.
Adesso nell'era dell' informazione  globale , in cui tutto sembra muoversi a ritmi frenetici , in cui tempo e spazio sembrano aver accorciato le distanze, non basta più.

F.L Wright  Guggenheim Museum

L'edificio non è più pensato per esprimere la propria funzione, ma il più delle volte si carica di una forte valenza simbolica.
Interagisce con l'intorno che spesso modifica con l' intera città, di cui ne disegna parte dell'urbano e ne traccia il profilo.
 
 

Edificio d'abitazione per l'IBA

Esso  sembra racchiudere in sè utopie , sogni e contraddizioni dell'epoca presente quasi fosse una cartina tornasole della società e del suo tempo.
Più che di un' opera si potrebbe parlare di un "organismo pulsante" , che
Prende parte e il più delle volte da voce  alle istanze della nuova rivoluzione informatica diventando manifesto tangibile dei cambimenti.